mercoledì 8 aprile 2009

Il terremoto in Abruzzo e la triste strumentalizzazione


Leggo oggi su Facebook parecchi commenti e polemiche sul denaro stanziato dalla CEI per aiutare le vittime del terremoto in Abruzzo, e come al solito, da bravi Italiani, siamo sempre pronti a strumentalizzare ogni cosa per fini politici, ideologici o quant'altro.
Leggevo infatti che la CEI avrebbe messo a disposizione 30 milioni per la suddetta causa, e a questo proposito è stato fatto un commento su FB del tipo "aiuti concreti un cavolo. Quelli sono soldi nostri che arrivano dall'8 per mille".

Premetto che non sono un grande amante della Chiesa, ma rispetto chi ci crede e vorrei invitare tutti ad essere un po’ più obiettivi.

L’8 per mille è una donazione volontaria; ognuno è libero di scegliere a chi donare l’8 per mille. Una donazione, non è una tassa, perciò quando una cosa è donata se ne perde consciamente la proprietà. Ritengo dunque superficiale dichiarare l’8 per mille come “soldi nostri”. Le tasse che tutti paghiamo, invece, rimangono nostri poiché li investiamo nello Stato per le opere e i servizi pubblici, quindi io da contribuente mi aspetto che le tasse pagate siano utilizzate a favore della collettività.

La Chiesa vive di 8 per mille, vive di donazioni e di volontariato, così come altre organizzazioni. Le proprietà della Chiesa non possono essere cedute con tanta facilità, altrimenti si creerebbero altre persone senza casa (vedi parrocchie, case popolari della Caritas, mense per i senzatetto ecc.).

Inoltre non credo che preti, vescovi e cardinali siano imprenditori che generano un reddito da milioni di EUR, ma magari sbaglio.

Perché le opere di carità e di aiuti fatte dalla CRI, dalla Protezione Civile e chiunque altro valgono di più di quelle della Chiesa? Quelle della Chiesa sono forse fatte in malafede, forse per qualche “sporco complotto politico o di dominazione mondiale”?? Dai, piedi per terra e sguardo avanti!

Essere “antipreti” è ormai una moda. Essere “contro” è cool e ci fa sentire eroi rivoluzionari.

Preconcetti e pregiudizi contro la Chiesa, contro un’idea politica piuttosto che un’altra o contro una corrente di pensiero cadono anch’essi nella sfera del razzismo. Il fatto che prima si dica “dai Chiesa, sgancia la grana tu che ne hai” per poi polemizzare sulla provenienza dei soldi che essi stanziano dimostra il pregiudizio appena menzionato.

Io ritengo, ma è solo la mia opinione personale, che in casi come questi dovremmo smetterla di fare polemiche politiche, religiose, antireligiose o di qualsiasi altro tipo.

Perché invece di stare a guardare quanto e come donano gli altri non rinunciamo noi stessi alle uscite del venerdì e del sabato sera, al vestito nuovo, a qualche CD o alle sigarette per un mese intero e non doniamo i soldi risparmiati con le rinunce alle vittime del terremoto? Troppo scomodo o sconveniente? Meglio aspettare che siano gli altri a fare qualcosa no?

Ancora nel 2009 vige la filosofia del “tutti giusti e tutti uguali, ma lontano da casa mia”.

Termino con un appello: almeno in casi come questo, di profonda tragedia umana, cerchiamo di unire le forze senza guardare a colore, religione o idea politica, e lasciamo stare le nostre idee “very cool” sulla rivoluzione continua e sull’essere contro tutto e tutti.

Cordialmente, TWT

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