Premetto che non sono comunista, e che neanche amo particolarmente Fabio Volo soprattutto per il suo atteggiamento da "essere superiore" che a volte lo rende quasi irritante, ma senz'altro non apprezzo chi usa la parola a titolo dispregiativo per pura ignoranza. Apprezzo il fatto che Fabio Volo abbia voluto mostrare a milioni di ascoltatori come l'ignoranza di chi si riempie la bocca con termini di cui neanche conosce il significato solo per "sentito dire", e questa piccola "lezione" di educazione vale per tutte quelle persone che ragionano (o meglio dire, sragionano) come l'ascoltatore al telefono.
Tuttavia mi permetto di pubblicare una riflessione sull’argomento in oggetto.
Definiamo comunista colui che crede nelle idee del comunismo, per farla semplice. Ben più complicato è definire il termine "comunismo" al giorno d'oggi. Ci sono state, nel mondo, molte interpretazioni e tentativi di applicazione del comunismo (inteso come lo intendevano Marx e Engels), tutte più o meno rovinosamente fallite e cadute nelle mani dittature spietate, per cui la parola comunismo è stata sostituita con stalinismo, maoismo, castrismo, trotskismo, leninismo eccetera.
La teorizzazione del comunismo, secondo il mio modestissimo parere, aveva un senso perfettamente logico quando esistevano dei privilegi elitari borghesi: una ristretta cerchia di persone privilegiate possedevano ricchezze e titoli nobiliari che si tramandavano soltanto per eredità o per naturalizzazione ai danni della molto più vasta comunità proletaria che, seppur lavorando, non aveva nessun diritto o garanzia e, al contrario, contribuivano all’arricchimento dell’alta società di cui sopra.
Naturalmente l’applicazione del marxismo, nella sua prima fase, ha portato al rovesciamento di questo sistema corrotto e antiumanitario, ma la natura malata dell’essere umano ha fatto sì che la situazione si rovesciasse completamente, creando stati padroni e sfruttatori del lavoro del popolo, ancora una volta privo di diritti e libertà.
In Italia esiste un discorso ancora più complesso in quanto il comunismo non è mai stato applicato (per fortuna o, chissà, per sfortuna…). Anche tra chi si professa comunista esistono persone non informate. Conosco tantissime persone che fanno del capitale la propria metodologia di vita (è naturale, vivendo in una società capitalista), sono ricche e vestono firmato. Si dichiarano contro le multinazionali ma guidano BMW, bevono Coca Cola e pranzano al McDonald’s; nonostante ciò si fanno chiamare comunisti.
L’idea del capitale come male societario, a mio avviso, può benissimo ritenersi tramontata in quanto il capitale, nella nostra società, lo si costruisce col duro lavoro. Molte persone nel dopoguerra soffrivano la fame, ma con impegno e dedizione, credendo nelle proprie capacità, hanno lavorato sodo fino a creare veri e propri imperi capitalistici che hanno portato lavoro e sviluppo in Italia e hanno fatto in modo che noi nascessimo al caldo e col cibo in tavola ad ogni pasto.
Si fa molto presto oggi ad additare chi è ricco come sfruttatore capitalista, ma bisogna anche cercare di capire che il livello raggiunto da molti di questi imprenditori (naturalmente tralascio tutti coloro che si sono arricchiti con metodi illeciti, sia ben chiaro) è frutto di impegno, del duro lavoro e di enormi rischi che queste persone hanno voluto correre, al solo fine del miglioramento della vita propria e dei propri familiari e, indirettamente, della società, che ha potuto beneficiare del lavoro da essi generato.
Gli imprenditori, sia chiaro, sono lavoratori; i dirigenti aziendali sono lavoratori; gli statali sono lavoratori (sempre considerando solo coloro che adempiono al proprio dovere, tralasciando coloro che hanno fatto del posto statale la propria vacanza); gli operai sono lavoratori e naturalmente ciascuno di questi lavoratori non potrebbe esistere se non esistessero gli altri. Esiste l’impresa quindi esiste il lavoro. Esistono gli operai, quindi esiste l’impresa.
Ora, tutto ciò premesso, io vorrei capire ora dagli Italiani Comunisti che cosa sia per loro il comunismo, e come vorrebbero applicarlo nel nostro sistema.
Lo statuto di Rifondazione Comunista riporta:
"Il Partito della Rifondazione Comunista è libera organizzazione politica della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne e degli uomini, dei giovani, degli intellettuali, dei cittadini tutti, che si uniscono per concorrere alla trasformazione della società capitalista al fine di realizzare la liberazione del lavoro delle donne e degli uomini attraverso la costituzione di una società comunista. Per realizzare questo fine il PRC si ispira alle ragioni fondative del socialismo ed al pensiero di Carlo Marx.
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…..Il Partito della Rifondazione Comunista rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d'altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario. "
In questo statuto è chiaro il ripudio dello stalinismo. Tuttavia non mi è ancora chiaro che cosa si intende con “trasformazione della società capitalista” e “creazione di una società comunista”.
Ora, il PRC ripudia apertamente lo stalinismo, cosa che però non leggo nello statuto dei Comunisti Italiani:
"Il Partito dei Comunisti Italiani è un partito politico di donne e di uomini che opera per organizzare la classe operaia, le lavoratrici, i lavoratori ed i cittadini che lottano per attuare ed estendere i diritti e le libertà sanciti dalla Costituzione repubblicana ed antifascista.
Esso si riconosce nei valori della Resistenza e nelle lotte del movimento operaio e si prefigge la trasformazione socialista della società.
Fa riferimento al marxismo, alla storia ed all’esperienza dei comunisti italiani, persegue il superamento del capitalismo e l’affermazione degli ideali della pace e del socialismo in Europa e nel mondo. "
Quindi chiedo l’aiuto di tutti coloro che credono nel comunismo di illustrare apertamente che cosa è per loro il comunismo, e come vorrebbero fosse applicato nella nostra società.
Spero veramente in uno scambio di idee pacifico e costruttivo, in modo da capire le reciproche posizioni in merito.
Un cordiale saluto a tutti.