mercoledì 10 febbraio 2010

Riflessioni: la Legalità.


La legalità è uno dei principi fondamentali per la convivenza civile tra persone appartenenti a un medesimo ordinamento, sia esso giuridico, sociale, culturale o quant’altro.

Non a caso, già dai tempi in cui le prime società civili cominciavano la loro esistenza, è stato istituito il Diritto, che per definizione è l’insieme di regole, norme e leggi scritte e non, atte a regolamentare il comportamento di ogni cittadino in determinate situazioni o circostanze.

Diritto è una parola, ai giorni nostri, troppo spesso oggetto di “abuso ideologico”, in quanto molte persone tendono ad utilizzare questo sostantivo quasi esclusivamente per indicare il proprio e solo diritto alla libertà incondizionata, dimenticando, o peggio, ignorando, che alla base del diritto proprio e personale esiste il dovere verso il rispetto delle norme e delle regole, contenute, appunto, nel Diritto.

Questa condizione fondamentale è la base del concetto di legalità. Non può esistere nessun diritto soggettivo o nessuna libertà senza il dovere al rispetto della legalità. Si consideri, ad esempio, un individuo, piuttosto che un nucleo familiare, che viva in un ambito condominiale; questo individuo o nucleo familiare di certo gode del diritto di organizzare una festa in casa propria, ma esiste di certo un regolamento condominiale, in aggiunta alle specifiche norme presenti nel Codice Civile, che ne vieta lo svolgimento al di fuori di determinati orari, ai fini di non arrecare disturbo agli inquilini delle adiacenti unità abitative.

Questo esempio molto banale spiega la base del rispetto verso il prossimo, innanzitutto, e verso la legalità. Ognuno di noi ha il preciso dovere di rispettare la legalità di qualsiasi azione o circostanza, ai fini del rispetto nei confronti dell’integrità morale, fisica o patrimoniale del prossimo.

Accade tuttavia molto spesso che ci si dimentichi con estrema facilità di questa condizione fondamentale, e che di conseguenza vengano a crearsi situazioni di disagio generale che, a volte, può addirittura degenerare nella gravità più esasperata.

Si pensi ad esempio al sempre più crescente problema della droga o dell’alcolismo, in particolar modo in ambiente giovanile.

Questi aspetti problematici sono anch’essi, senz’altro, direttamente legati al concetto di legalità, in quanto esistono norme e leggi ben precise che vietano l’uso di sostanze stupefacenti o l’abuso di alcool in determinate circostanze.

A questo proposito, mi sento di affermare che l’educazione al corretto comportamento stradale, in merito all’uso o abuso di alcool o di sostanze psicotrope, sta cominciando ad assumere maggior popolarità, specialmente dopo l’inasprimento della coercizione in questo ambito. Negli ultimi mesi vedo sempre più giovani che, durante i week-end fuori a cena con amici, nominano un componente del gruppo che si assume responsabilmente il ruolo di conducente sobrio. Naturalmente il primo pensiero di questi giovani sta nell’evitare ad ogni costo le severissime pene a cui si può incorrere in caso di violazione di queste norme severe, piuttosto che alla sicurezza propria e dei propri compagni; ne deriva tuttavia un sempre crescente miglioramento del comportamento stradale.

Fonti a me vicine, che prestano servizio presso la pubblica assistenza, affermano che il numero di incidenti con gravi, o addirittura fatali conseguenze è sensibilmente calato nell’ultimo anno. Questo dimostra che l’intervento da parte del potere esecutivo in questo ambito ha fruito qualche tangibile risultato.

Naturalmente la severa coercizione non può essere l’unico strumento per la prevenzione dell’oltraggio alla legalità. Si rende necessaria altresì una costante campagna di sensibilizzazione ai problemi e di educazione positiva, in modo che ogni cittadino diventi sempre più consapevole dei rischi che si corrono in determinate circostante.

A mio parere, il troppo permissivismo e la smodata superficialità che hanno sempre caratterizzato le politiche Italiane, hanno portato all’esasperazione un sistema che, ormai, affinché certi suoi aspetti degenerati possano essere corretti, si rendono necessari interventi assai severi che, agli occhi di molti, possono sembrare esagerati o, addirittura, di stampo dittatoriale.

Riallacciandomi alla questione della legalità in ambito di sicurezza stradale, conosco molte persone, oltre al fatto che esistono gruppi su Facebook dedicati a questo, che sostengono che “il terrorismo stradale perpetrato da questo “governo fascistoide” altro non è che una forma di restrizione dittatoriale, ai fini di creare, passo dopo passo, un nuovo regime”. Naturalmente queste affermazioni altro non sono, a mio parere, che deliri estremisti da politica spiccia, che nulla hanno a che vedere con lo stato reale delle cose.

Tuttavia, correnti di pensiero di questo tipo, danno l’idea della tendenza di molti a favorire la trasgressione, anziché tendere la mano alla legalità.

Questo concetto rientra, tra l’altro, in quei concetti assai difficili da capire per lo scrivente, cioè non riesco proprio a capire perché molti tendano a prediligere l’illegale, a difendere il delinquente e ad elogiare la trasgressione, marchiando valori nobili, tra i quali, appunto, la legalità, come noiosi e superflui.

Forse manca una vera e propria educazione di fondo, che dovrebbe essere favorita ad ogni costo.

Le istituzioni dovrebbero veramente investire su questo tipo di educazione, favorendone l’insegnamento già dalle scuole elementari.

Potrebbero essere introdotti programmi che comprendano le norme di comportamento civile, il rispetto della sicurezza stradale e lavorativa, l’insegnamento dei pericolosi effetti dell’alcool e della droga, le conseguenze di azioni illecite verso il prossimo, la cultura della non violenza e l’educazione al dialogo critico ma costruttivo, animato ma sempre educato e rispettoso.

In altri paesi, ne sono testimone, anche in TV passano spot pubblicitari che ricostruiscono molto fedelmente incidenti stradali (un esempio è il video che riporto alla fine dell'articolo), incidenti sul lavoro, comportamenti scorretti e pericolosi, spiegandone gli effetti con una lucidità micidiale, che rende questi spot davvero impressionanti. Le immagini che si vedono lasciano davvero un segno nel profondo di chi li guarda. Questo a mio avviso è un esempio di come certi tipi di educazione possano arrivare anche nelle case dei cittadini; non capisco perché nel nostro Paese non esistano cose di questo genere.

Al giorno d’oggi, molti genitori non sono in grado di insegnare questi valori fondamentali ai propri figli, principalmente perché essi stessi non hanno ricevuto un’educazione di questo genere; perciò ritengo sia importante che le istituzioni aiutino questi stessi genitori, insegnando questi valori pubblicamente, perché i bambini e i ragazzi di oggi sono i genitori di domani, quindi se si creano generazioni giovani consapevoli, in futuro sarà molto più semplice continuare ad essere diligenti, anzi, si potrà soltanto migliorare.

La deriva dei valori che ci ha portato ad essere una generazione a cui “piace trasgredire” ha ora bisogno di una spinta forte e decisa, anche attraverso le pene coercitive. Tuttavia la coercizione da sola non può formare il cittadino. C’è bisogno di un serio programma educativo che possa rendere il rispetto della legalità e del prossimo, la normalità per ognuno.



2 commenti:

  1. Avevo già visto questo spot... Che in Italia non faranno mai vedere. Io non so cosa ci sia in questo paese, di chi sia la colpa (moige, il vaticano, ochicchessia). Ma il compito di sensibilizzare l'opinione pubblica su queste cose sia deputato a noi che facciamo la rete.
    Non parliamo poi di tutta la sfera dell'educazione sessuale, lì veramente la presenza dello stato della chiesa dentro di noi non ci permetterà MAI di essere veramente ed obiettivamente informati.

    Fatta questa premessa, mi trovi d'accordo su quello che dici. Il problema è che in questo Paese è totalmente assente la cultura della legalità e questo governo non è diverso dagli altri.
    In Italia si cerca sempre di farla franca e di trovare il modo di "fregare" la legge.

    Trovo sbagliati altresì i gruppi che incitano a favorire l'illegalità.

    Sembriamo quindi pensarla allo stesso modo, con la sola differenza che per me questo è un governo fascistoide (ma anche fascista) che reprime invece di educare e che ci sta spingendo sempre di più verso un regime legalizzato.
    Con questo non dico che se esco alla sera mi bevo 100 birre poi vado in autostrada e provo fino a che velocità può arrivare la mia auto.
    Con questo io dico che se ho la macchina non tocco un goccio di alcool e non mi pesa neanche.

    Credo infine che un governo (uno stato) dovrebbe impegnarsi ad educare i propri figli (cittadini) sui danni che gli eccessi possono provocare, come si vede bene nel video che hai messo.
    Ed il governo di questa destra, non lo sta facendo per niente.

    Questo sempre secondo me... :)

    P.S.: cambia il link del mio blog. come vedi ora mi sono spostato qui su blogspot

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  2. Caro Fedegeta, grazie mille del tuo commento.
    Ho scritto una risposta ma, rileggendola, è talmente prolissa e concentrata sul governo e sulle differenze che questo ha col fascismo che preferisco pubblicarla come nuovo post.

    In questo mio commento di risposta mi soffermerò sul fatto degli spot "shock" che non fanno vedere in Italia.

    Personalmente non credo sia una questione di governi, di vaticani o di deviate istituzioni. Penso piuttosto che ci sia un problema di culture differenti.
    La cultura anglosassone è, per certi versi, più incline alla legalità e alla sensibilizzazione pubblica, anche attraverso mezzi espliciti come il video che ho pubblicato.
    Spot del genere si vedono in UK, in USA, in Australia, in Germania (tra l'altro ne esiste uno in chiave divertente sulla sicurezza in fabbrica, che finisce con uno senza testa e l'aorta spruzzante che guida un muletto con due persone infilzate nelle forche, se lo trovo lo pubblico) ma non si vedono, o almeno non mi è mai capitato di vederne, ad esempio in Spagna, in Portogallo o in Francia; oppure potrebbero esistere in questi paesi, ma non sono di certo la quotidianità come nei paesi sopraccitati.

    Per quanto riguarda invece l'educazione sessuale, esiste il problema inverso.
    I paesi latini sono molto inclini all'educazione sessuale anche a mezzo TV, radio e giornali, ma soltanto in fasce orarie non protette (a differenza del Brasile in cui lo spot che dice "use a camisinha" (usa il preservativo) passa a ogni ora, ma questo credo sia dovuto ad un'altissima casistica di persone HIV positive e al turismo sessuale che regna sovrano), mentre quelli anglosassoni, specialmente UK e USA, sembrano voler evitare.
    Questo credo sia dovuto al puritanesimo tipico di quelle culture.

    L'Italia è un caso a parte, anche se spot di preservativi ne abbiamo sempre avuti. Sono pubblicità commerciali, certo, ma qualcosa è passato.
    Forse in questo il Vaticano un po' di influenza ce l'ha, ma forse non direttamente. Probabilmente è più una forma di tacito accordo tra classi politiche (sia quelle precedenti che quelle attuali) e Stato Pontificio. D'altronde credo che esista ancora una sorta di "senso di colpa" che l'Italia si trascina dai tempi delle Guarentigie, oltre al fatto che, ad ogni partito sia esso di destra o di sinistra, il voto di milioni di Cattolici fa sempre comodo.

    Il discorso è assai complesso, ma è sempre bello scambiarsi idee ed opinioni.

    un caro e cordial saluto...

    P.S.: provvedo subito alla modifica del tuo link. Ciao caro!

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